Petra Bartels Petra Bartels

Ueber Mich

"wenn ich schoepferisch bin, empfinde ich Glueck..."

Nach meiner bestandenden Diplompruefung zur Modedesignerin in Berlin, 1997, zog ich nach Italien um. Dort habe ich einige Jahre in Modefirmen als Designerin gearbeitet. Nach der Geburt meiner Tochter im Jahr 2000, entwerfe und realisiere ich individuelle Kleidungsstuecke aus Naturtextilien fuer jeden Tag und besondere Momente. Zeitgleich kam ich in Kontakt mit dem Werkstoff Filz, wo mich die Modellierfaehigkeit, der Ursprung und Wandelbarkeit besonders interessieren. Meine Leidenschaft fuer textile Oberflaechen, deren Eigenschaften, Herkunft, all das fuehrt mich immer wieder zu neuen Ausdrucksmoeglichkeiten. Ich habe langjaehrige Erfahrungen in der Gestaltung und Umsetzung von Kleidung, Theater-und Tanzkostuemen, Bekleidung und Kunst mit Filz, Malerei in Collagentechnik mit Stoffen und Farbe, textile Skulpturen und Installationen.
Ich teile meine Erfahrungen mit anderen Menschen und arbeite seit vielen Jahren als Kursleiterin, sowohl privat, als auch in oeffentlichen Strukturen. Dies empfinde ich als grosse Bereicherung.
Heute lebe und arbeite ich in Deutschland und Italien.

Gedicht von Gabriele Gabriel, 27.07.2020, an mich, waehrend unseres gemeinsamen Aufenthaltes als Kuenstlerinnen vor Ort an der Sommerakademie Alfter 2020.

Tagwerk
wortbilder auf gefaedelten seiten
rinnen mir durch die finger
weben eine ahnung
doch erst die farbigen stoffteile
lose zusammengelegt auf holzboden
erzaehlen
das groessere bild
erneut in streifen mit klappernder schere
und neu zusammen
beruehrt es eine andere geschichte
flatternd bandlang
auf der lebenslinie

Gabriele Gabriel an mein bild

Text von Sibylle Ciarloni, Oktober 2019

Ein paar Gedanken zur Arbeit von Petra Bartels.

Das Werk, das ich von Petra Bartels erworben habe, hat mit dem Zwischenraum zu tun, nach dem ich auch in meiner eigenen Arbeit suche. Der Zwischenraum des Sekundären, des Nachfolgenden in der unmittelbaren Zukunft in meinen Assoziationsketten liegenden. Es handelt sich um ein Objekt, das ein Würfel wäre, wenn da nicht eine Seite offen stünde. Sie gibt den Blick frei in den Innenraum. Ein fast unsichtbarer Stiel, ein enthaupteter, vermeintlicher in der Luft schwebender Stiel einer Blume, ist zu sehen. Der Kopf der Blume ist das Sekundäre, man kann ihn sich vorstellen, frisch oder getrocknet oder gar nicht. Der Stiel hat diese bleiche Farbe wie die Dinge, die in ihrer Metamorphose vom Seienden zum Gewesenen reifen; wie die Grundfarbe des Objekts, dessen Materialzusammensetzung gleichwohl deckend wie auch transparent in sich verbunden ist.
Petra Bartels ist eine Künstlerin, die sich und ihr Schaffen mit der Natur und dem Gegebenen verbindet. Sie arbeitet auch mit alten, gewobenen Stoffen, die sie nach ausgiebigen Recherchen findet. In ihrem Atelier gibt sie Kurse oder arbeitet mit anderen Künstlerinnen und Künstlern zusammen. Ich bin fasziniert von einem Buch aus Stoff, das sie mit einer Lyrikerin zusammen konzipiert und geschaffen hat. Mit ihren Stoffmetallkombinationen, die wie Denkwolken im Raum hängen, gestaltet sie ihr Atelier. Eine Arbeit sah ich im öffentlichen Raum, während eines „Spaziertanztheaters“ in Serra Sant’Abbondio in Italien. Dabei handelte es sich um Figuren, die sich - dem Thema des Stücks gewidmet - außerhalb der Norm bewegten und deshalb auffielen.

Sibylle Ciarloni Autorin www.sibylleciarloni.com

Text von Paola Mengucci begleitend zum Video "Segni di terra", realisiert von Viviana Agostinelli und Paola Mengucci, 2017, Italien.

Petra

La prima volta che ho incontrato Petra ho pensato che lei vivesse una vita particolare, quindi eccezionale. In cerca di una storia speciale, ho invece trovato una donna speciale. Petra è un'artista preziosa. C'è una tranquilla e grande costruzione con i muri fatti di balle di paglia e protetta da una collina esposta al sole fino all'orizzonte. La finestra sul fondo si apre su uno specchio d'acqua che nasce da una fonte. La gente le ha raccontato che è sempre stata lì dove un tempo sorgeva un monastero femminile, così lei si è detta che quell'acqua è sacra. Tutto questo non è una favola, è il laboratorio di Petra. Se vogliamo incontrarla dobbiamo andare alla "Luna nell'Orto", la fattoria biodinamica dove vive con la sua famiglia. Questa bella terra viene coltivata e rispettata in ogni modo e in ogni sua forma: Petra la abita con ardore e lavora in questo stupendo luogo con passo... felpato. Il suo tema è il tessile. Cotone, lino, canapa, seta, qualsiasi tessuto proveniente da materiali naturali. Ho visto massaggiare la lana fino a farla diventare feltro e il feltro diventare una candida e robustissima culla. Questa culla dondolava dolcemente davanti alla finestra che guarda le colline, tenera e forte allo stesso tempo. C'è stato bisogno di impastare la lana, massaggiandola a tal punto da trasformarla. Ne è nata un'opera davvero poetica. Prima di creare le sue sculture tessili o gli abiti, oppure i suoi arazzi materici come lei stessa dice, me la immagino in giro per i campi e le campagne intorno a casa, tra le colline di Barchi a cercare il fiore giallo dell'iperico, la ginestra anch'essa gialla, la malva primaverile viola chiaro, poi giocare con la curcuma e l'oro solo per incidere un lieve segno sul vestito appena ideato e cucito per le donne, per tutte le donne. Le ascolta, cerca di capire cosa e chi sono o vorrebbero diventare. Poi le veste con la natura addosso, segni della sua terra sulle stoffe che vestono i loro corpi. Lì al posto del cuore c'è un piccolo petalo d'oro. Non si tratta soltanto di una stampa floreale, è una traccia di quello che l'estate le ha acconsentito di cogliere. Un cenno di quello che l'Altra, la natura, quella che lei dice più grande di tutto, è in grado di fare. "È il gesto quello che conta in realtà, il lavoro parla poi da sé". Non vuole raccontare l'opera, anche questo fa parte della Bellezza di cui si parla qui. Scegliere di non raccontare perché è l'esplorazione che la interessa. Non a caso è il cerchio la forma che Petra ha scelto per un suo speciale progetto. Un vestito-cerchio trasformabile. Poi sono le donne che se lo mettono addosso e cominciano a giocare. Un lavoro molto dinamico che coinvolge i mutevoli accadimenti della vita delle donne e di conseguenza la percezione che loro stesse hanno del loro proprio corpo. Quando l'acqua "sacra" della sua piscina dal fondo color smeraldo diventa più scura all'improvviso, scommetto che lei alza gli occhi per vedere la nuvola che sta coprendo il sole per un istante. Il vento l'ha portata. Parlando di me ho poi sentito in questo luogo una consapevolezza fondata e profonda di quanto ogni cosa sia mutevole e splenda e poi si trasformi in un tempo deciso ma anche indeciso. C'è stato nel nostro incontro un momento-sigillo ed è stato quando Petra ha detto -Ciac-. "È il Seme Volante. C'è tutto dentro di lui. È così piccolo ed è già programmato rispetto alle costellazioni, la forma del petalo è legata alle stelle. Nella natura c'è tutto, tutto quello che provo a fare io non è niente. La natura è molto più grande a livello artistico. Il mio è solo un ripetere, un cercare qualcosa che vorrei esprimere e che mi piace tanto". Il seme che cade sulla terra fa -ciac- quando cade. Un giorno o l'altro sono sicura che potrò sentirlo anch'io questo rumore. Non ho ancora detto a Petra di aver lasciato una parte incolta nel giardino per accogliere i semi portati dal vento e poterne osservare la trasformazione. Mi sono in seguito resa conto che in quella parte selvatica per prima cosa fiorisce tutto quello che è viola, con l'avvicinarsi di Giugno fioriscono fiori ed infiorescenze gialle ed a fine estate il bianco, un velo di sposa in forma di ombrellifere a merletto. Ed ogni anno, la stessa cosa. Allora posso anch'io dire che c'è già un disegno del cosmo che governa tali fioriture. Il seme, mi aveva detto un giorno Petra, contiene già il petalo.

Paola Mengucci

Video interview, 2012 (Italienisch):

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